mercoledì 30 marzo 2011

DAVID BOWIE e il potere della musica...l'estasi...


Ho appena terminato di vedere un documentario della BBC che mi sono registrato su HD. Il protagonista è il grande Bowie documentato durante la tournè americana del 1976 circa. Era il periodo del film L'uomo che cadde sulla terra...Ma non siamo qui a discutere sulla grandezza del Duca ma su alcune inquadrature presenti nel documentario che spiegano in maniera inequivocabile ciò che di mostruosamente magico racchiude in sé la musica. Basta guardare le espressioni, l'estasi dei giovani sotto il palco, inquadrati sapientemente in primo piano, per comprendere che solo la musica è capace di comunicare l'impossibile e l'indicibile. Ecco perchè il sistema tecnopolitocratico ha lentamente tolto spessore alla musica, diminuendone il potere rivoluzionario trasformandola in mero rumore gracchiante nel sottofondo delle nostre umide giornate. Il potere  teme l'arte e ciò che l'arte può fare: creare vera estasi... creare mondi possibili!! 

martedì 29 marzo 2011

BILANCIO ZERO: un sostegno a giovani progetti artistici


BILANCIO ZERO sarà una mostra fotografica di opere  originali di FERNANDO MARAGHINI e MARIA ERICA PACILEO. 
Saranno 100 le opere esposte al costo di 10 euro cadauna. Il ricavato (1000 euro) sarà devoluto interamente ad una giovane associazione aretina che vorrà proporci un progetto di teatro, di danza, o altra disciplina artistica. BILANCIO ZERO vuol essere un piccolo contributo allo sviluppo di forze creative che si affacciano adesso sulla scena e che scontano, più di tutti noi altri artisti, il dramma dell'anno a BILANCIO ZERO (0). Le nostre istituzioni cittadine vivono un momento di seria difficoltà economica quindi dobbiamo aiutarci tra di noi artisti con idee, idee, idee e GENEROSITA'.

Noi crediamo nella buona riuscita e nelle buone intenzioni della nostra iniziativa.
Attendiamo le proposte di chi vorrà inviarcele. La scelta del progetto che si aggiudicherà la somma di euro 1000 è a nostro insindacabile giudizio. Desideriamo inoltre ricevere in forma cartacea i progetti. Per la consegna ecco un numero di telefono: 334 592729. Utilizzatelo per contattarci: ci potremo incontrare per approfondire le vostre idee...
BILANCIO ZERO, 
dal 1 maggio presso la sede della MUVI, produzione di immagini in movimento - Via Cavour 117 \ Arezzo

mercoledì 16 marzo 2011

EDUCARE ALLA VITA: parole di Krishnamurti

L'EDUCAZIONE E IL SIGNIFICATO DELLA VITA
Chi viaggia per il mondo si accorge di quanto la natura umana sia dovunque la stessa, cosi in India come in America, cosí in Europa come in Australia. Questo è specialmente vero nel settore delle scuole superiori e delle Università. Dovunque, noi andiamo producendo, quasi usassimo di uno stesso stampo, un tipo di essere umano il cui interesse preminente è di trovare la sicurezza, di diventare un personaggio importante, o di passarsela bene con il minimo possibile di pensieri. L'educazione convenzionale rende estremamente difficile pensare con spirito d'indipendenza. Il conformismo conduce alla mediocrità. Essere differente dal gruppo o resistere all'ambiente non è facile ed è spesso rischioso, se ciò che idoleggiamo è il successo. Il desiderio di successo, la ricerca di una ricompensa nella sfera materiale o in quella cosiddetta spirituale, l'aspirazione alla sicurezza interiore o esteriore, l'amore delle comodità, tutto ciò soffoca lo scontento, mette fine alla spontaneità e genera paura. E la paura blocca l'intelligente comprensione della vita. Col crescere dell'età, s'instaura in noi la pigrizia della mente e del cuore. Nella ricerca della comodità ciò che generalmente troviamo è un quieto angolo di vita dove c'è un minimo di conflitti, e noi allora diventiamo timorosi di uscire da quel rifugio. Questa paura della vita, questa paura della lotta e dell'esperienza nuova, uccide in noi lo spirito d'avventura; il modo in cui siamo stati allevati ed educati ci ha resi timorosi di essere differenti dal nostro vicino, paurosi di pensare in modo contrario ai modelli fissati nella nostra società, falsamente rispettosi dell'autorità e della tradizione. Fortunatamente, vi sono alcuni pochi capaci di serio impegno, desiderosi di esaminare i nostri problemi umani senza pregiudizi di destra o di sinistra; ma la gran maggioranza di noi non possiede nessuno spirito di scontentezza, di rivolta. Quando cediamo senza accorgercene alle pressioni dell'ambiente, quello spirito di rivolta che possiamo aver nutrito è subito spento, e le nostre responsabilità ne fanno dileguare presto ogni traccia. La rivolta è di due specie: c'è la rivolta violenta, che è mera reazione, senza intendimento, contro l'ordine esistente; e c'è la profonda rivolta psicologica della intelligenza. Vi sono molti che si rivoltano contro le ortodossie stabilite solo per cadere in nuove ortodossie, per abbandonarsi ad ulteriori illusioni e per indulgere ancora segretamente a sestessi. Ciò che generalmente accade è che noi rompiamo con un gruppo di ideali per abbracciarne un altro, di altri ideali, creando cos un nuovo modello di pensiero contro cui dovremo ancora rivoltarci. La reazione genera solo opposizione e la riforma esige ulteriore riforma. Ma c'è una rivolta intelligente che non è reazione, e che è il portato della conoscenza di sé raggiunta tramite la consapevolezza del proprio pensiero e del proprio sentimento. Essa si produce soltanto quando affrontiamo l'esperienza com'è e non rifuggiamo dal tenere acutamente sveglia l'intelligenza: l'intelligenza acutamente sveglia è intuizione, che è la sola vera guida nella vita. Ora, qual è il significato della vita ? Per cosa viviamo e lottiamo ? Se il fine per cui veniamo educati è solamente quello di distinguerci, di procurarci un migliore impiego, di riuscire piú efficienti, di conseguire un piú ampio dominio sugli altri, allora le nostre vite saranno superficiali e vuote. Se veniamo educati soltanto per divenire scienziati, studiosi legati ai libri, o specialisti votati alla pura conoscenza, allora finiremo col contribuire alla distruzione e alla miseria del mondo. Se esiste un significato della vita piú alto e piú vasto, a che vale la nostra educazione se non giungiamo mai a scoprirlo ? Possiamo aver ricevuto la piú squisita educazione, ma se non v'è in noi una profonda integrazione di pensiero e sentimento, le nostre vite sono incomplete, contraddittorie e agitate da molti timori; e finché l'educazione non coltiva una visione integrata della vita, essa ha certo assai scarso significato. Nella nostra presente civiltà abbiamo diviso la vita in così numerosi compartimenti separati che l'educazione ha ben poco senso fuori dal semplice apprendimento di una particolare tecnica o professione. Anziché destare l'intelligenza integrata dell'individuo, l'educazione lo incoraggia a conformarsi a un modello ed ostacola cosí la sua comprensione di se medesimo come processo totale. Il tentativo di risolvere i molti problemi dell'esistenza ai loro rispettivi livelli, isolati come sono in categorie diverse, indica una decisa mancanza di comprensione. L'individuo è fatto di entità diverse, ma accentuare le differenze e incoraggiare lo sviluppo di tipi definiti ci avvolge in complicazioni e contraddizioni. L'educazione dovrebbe realizzare l'integrazione di queste entità separate: infatti, senza integrazione, la vita diventa una serie di conflitti e di dolori. Che valore ha l'abilità acquisita da un avvocato se serve a perpetuare la litigiosità ? Che valore ha la conoscenza che ci mantiene in uno stato di confusione ? Che significato hanno le capacità tecniche e industriali se le impieghiamo a distruggerci a vicenda? A che serve la nostra esistenza se porta alla violenza ed alla desolazione? Pur potendo avere danaro o la capacità di guadagnarlo, pur potendo avere le nostre gioie e le nostre religioni organizzate, noi siamo in perpetuo conflitto. Dobbiamo distinguere fra il personale e l'individuale. Il personale è l'accidentale, e per accidentale intendo le circostanze della nascita, l'ambiente in cui ci siamo trovati a venir allevati, con il suo nazionalismo, le sue superstizioni, le sue distinzioni di classe ed i suoi pregiudizi. Il personale o accidentale è soltanto momentaneo, sebbene si tratti di un momento che può durare la vita intera. E poiché il presente sistema di educazione è basato sul personale, sull'accidentale, sul momentaneo, esso conduce a pervertire il pensiero e a inculcare paure autodifensive. Tutti noi siamo stati avviati dall'educazione e dall'ambiente a cercare il guadagno personale e la sicurezza, ed a combattere per noi stessi. A dispetto delle piacevoli frasi con cui lo mascheriamo, il sistema entro il quale siamo stati educati ad esercitare le nostre svariate professioni è fondato sullo sfruttamento e su paure inculcate. Un siffatto tirocinio deve inevitabilmente comportare confusione e miseria per noi stessi e per il mondo, giacché, crea in ciascun individuo quelle barriere psicologiche che lo separano e lo mantengono isolato dagli altri. L'educazione non è soltanto questione di allenamento mentale. Allenare la mente dà efficienza, ma non completezza. Una mente soltanto esercitata è la continuazione del passato, e non può mai scoprire il nuovo. E' per questo che, per trovare che cosa sia la retta educazione, noi dovremo indagare quale sia l'intero significato della vita. Per gran parte di noi, il significato della vita come un tutto non è cosa di importanza primaria, e la nostra educazione accentua valori secondari, limitandosi a farci progredire in qualche branca della conoscenza. Sebbene conoscenza ed efficienza siano necessarie, dar loro la preminenza produce solo conflitto e confusione. Esiste un'efficienza ispirata dall'amore che giunge ben piú lontano ed è ben piú grande dell'efficienza dell'ambizione; e senza l'amore che reca una comprensione integrata della vita, l'efficienza produce brutalità. Non è forse questo che avviene ora in tutto il mondo? La nostra presente educazione si innesta sull'industrializzazione e la guerra, avendo per scopo principale lo sviluppo dell'efficienza; e noi siamo afferrati in questo ingranaggio di competizione spietata e di distruzione reciproca. Se l'educazione porta alla guerra, se essa ci insegna a distruggere o essere distrutti, il suo fallimento non è completo? Per realizzare la retta educazione, dobbiamo ovviamente comprendere il significato della vita nella sua interezza, e a questo scopo dobbiamo esser capaci di pensare non con rigore logico, ma con franchezza e verità. Un pensatore troppo logico in realtà non pensa, perché si conforma a un modello; egli ripete delle frasi e segue tracce precostituite. Non possiamo comprendere l'esistenza astrattamente o teoricamente. Comprendere la vita è comprendere noi stessi, e ciò costituisce insieme il principio e il termine dell'educazione. L'educazione non è semplice acquisizione di conoscenza, non è un ammassare fatti e collegarli: è vedere il significato della vita come un tutto. Ma al tutto non ci si può accostare attraverso le parti, che è quanto i governi, le religioni organizzate ed i partiti autoritari tentano di fare. La funzione dell'educazione è di creare esseri umani che siano integrati e perciò intelligenti. Noi possiamo conseguire diplomi ed essere meccanicamente efficienti senza essere intelligenti. L'intelligenza non è semplice informazione; essa non deriva dai libri né consiste di abili risposte di autodifesa e di asserzioni aggressive. Chi non ha studiato può essere piú intelligente del dotto. Noi abbiam fatto di esami ediplomi il criterio dell'intelligenza ed abbiamo formato menti accorte che rifuggono dalle vitali questioni umane. L'intelligenza è la capacità di percepire l'essenziale, il che cos'è; e risvegliare questa capacità, in sé e negli altri, questa è educazione. L'educazione dovrebbe aiutarci a scoprire stabili valori in modo che non ci si aggrappi soltanto a delle formule o si ripeta degli slogans; essa dovrebbe aiutarci a infrangere le nostre barriere nazionali e sociali, anziché rafforzarle, giacché esse generano antagonismo fra uomo e uomo. Sfortunatamente, il presente sistema di educazione fa di noi degli esseri sottomessi, meccanici e profondamente irriflessivi; per quanto stimoli l'intelletto, lascia il nostro intimo incompleto, torpido e sterile. Senza una comprensione integrata della vita, i nostri problemi individuali e collettivi non faranno che estendersi e aggravarsi. Lo scopo dell'educazione non è di produrre semplicemente dei dotti, dei tecnici e degli abili cacciatori d'impieghi, bensí degli uomini e delle donne integrati, che siano liberi dalla paura. Infatti, solo fra esseri umani siffatti ci può essere pace durevole. E' con la comprensione di noi stessi che si distrugge la paura. Se l'individuo deve essere alle prese con la vita un momento dopo l'altro, se deve affrontare le sue complicazioni, le sue miserie e le sue improvvise necessità, egli deve essere estremamente elastico, e libero perciò da teorie e da particolari schemi intellettuali. L'educazione non deve incoraggiare l'individuo a conformarsi alla società o ad armouizzarsi con essa negativamente, ma deve aiutarlo a scoprire i veri valori che si attingono con l'investigazione imparziale e la coscienza di sé. Quando manchi la coscienza di sé, l'autoespressione diventa autoasserzione, con tutti i conflitti di natura aggressiva ed ambiziosa che questa comporta. L'educazione dovrebbe rendere capaci di autoconsapevolezza e non soltanto indulgere alle gratificazioni dell'autoespressione. Che vale imparare se nel processo della vita distruggiamo noi stessi? Per il fatto stesso che abbiamo una serie continua di guerre devastatrici, c'è ovviamente qualcosa di radicalmente sbagliato nel modo in cui alleviamo i nostri bambini. Io penso che una gran parte di noi ne è consapevole, ma non sappiamo come affrontare il problema. Tanto i sistemi educativi che i sistemi politici non cambiano misteriosamente da soli. Essi vengono trasformati quando si verifica un cambiamento fondamentale in noi stessi. D'importanza primaria è l'individuo, non il sistema; e finché l'individuo non comprende il processo totale di se medesimo, nessun sistema, né di destra né di sinistra, può portare ordine e pace nel mondo. 

...parole pronunciate da Jiddu Krishnamurti

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